PROEMIO ILIADE

Cantami, o Diva, del Pelide Achille
l'ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco
generose travolse alme d'eroi,
e di cani e d'augelli orrido pasto
lor salme abbandono' (cosi' di Giove
l'alto consiglio s'adempia), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de' prodi Atride e il divo Achille.
E qual de' numi inimicolli? Il figlio
di Latona e di Giove. Irato al Sire
desto' quel Dio nel campo un feral morbo,
e la gente peria: colpa d'Atride
che fece a Crise sacerdote oltraggio.

[Omero,Iliade, traduzione di Vincenzo Monti, Casa Editrice G. D'Anna, 1960